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5a4 LIBRO per tutta l’Italia (a). Aggiungasi, che un’altra pruova che dal Muratori si arreca (l. cit. p.705) a persuaderci che la poesia volgare non ebbe in Italia la prima origine da’ Provenzali, a me pare che non abbia forza bastante a persuadercene. Egli produce l’autorità di Leonardo Aretino, il quale nella Vita di Dante scrive così: Cominciossi a dire in rima, secondo scrive Dante, innanzi a lui circa anni centocinquanta , e i primi furono in Italia Guido Guinizelli bolognese, ec. Ma non sembra questo, a dir vero, il sentimento di Dante. Egli nella Vita nuova ha queste parole (Op. t. 4, par. 1 , p. 35 ed. Ven. parag 17): E non è molto numero d’anni passati, che apparirono questi poeti volgari... e se volemo guardare in lingua d oco (cioè nella provenzale) e in lingua di si (cioè nella toscana) noi non troviamo cose dette anzi il presente tempo centocinquant’anni. Colle quali parole ei sembra dare a un dipresso la medesima antichità alla poesia provenzale e alla italiana. Ma egli è certo che abbiam poesie provenzali assai più di 150 anni innanzi a’ tempi di Dante; perciocchè questi scrivea l’opera mentovata 1’anno 1 2q5 (Vedi Mem, per la Vita (a) Se vuoisi attribuire a’ Normanni l’origine della poesia rimata in Sicilia, non può più accordarsi tal lode a-’ Provenzali; perciocché due popoli iùrono essi di lingua c di costumi del tutto diversi. Ala io ridetto che non troviamo in Italia saggio alcuno di poesia normanna, molti ne abbiamo di poesia provenzale. E sembra perciò più verisimile che se i Siciliani da altri appresero I uso delle rime, da’ Piovenzali l’apprendessero, non da’ Normanni.