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QUARTO 5a3 quali furono pubblicate dalP Alteserra (Reriun Jquitan. I. io, c. 14)• Noi al contrario non possiamo addurre sicuro esempio di poesia ita« liana innanzi al fine del xn secolo. Io so che il non trovarsi menzione di più antiche poesie non basta a provare ch’esse non vi fossero veramente; poiché può essere che molto prima si cominciasse a poetare in lingua italiana, benché di questi sì antichi versi non ci sia rimasta memoria. Ciò non ostante eonvien confessare che in cotai controversie, quegli credesi vincitore , che ha in favor suo i monumenti più antichi. Quindi io inclino a credere che i Provenzali prima di noi prendessero a verseggiare. E forse il passo da noi poc’anzi allegalo di Francesco Petrarca , in cui dice che la rima rinacque presso de’ Siciliani, vuoisi intendere in quel senso in cui 1’ hanno spiegato gli autori della Storia letteraria di Francia (t. n^acertiss. p. 4g); cioè che i Normanni stabiliti nella Sicilia fin dall’ xi secolo rinnovarono ivi 1’uso della poesia limata, e che da essi poi si sparse non bo creduto necessario l’entrare in una contesa che non può essere che tra gli Spagnuoli e i Francesi. Ma che poi l’ab. Lampillas (p. i<)3, ec.) affermi coraggiosamente che io e I’ ab. Bettinelli per iscancellarne vieppiù ogni memoria, sfiguriamo stranamente il cognome de’ loro principi, senza che mai da noi vengano chiamati (Conti di Barcellona , questo è uno de’ consueti suoi complimenti, de’ quali egli ci onora , dopo avere profondamente spiate le secrete nostre intenzioni. <> Hgli inoltre troppo maggior parte di lode nella prima origine della poesia provenzale alla sua nazione ha accordato di quel che veramente convengale. Ma non è di quest’opera l’esame di questo punto».