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5 IO LIBRO autori. Essa ancora è avuta in gran pregio; benchè l’antica, e, direi quasi, naturale avversione de’ Lodigiani contro dei troppo potenti loro vicini i Milanesi si mostri in essa più chiaramente che non dovrebbesi. Sicardo vescovo di Cremona appartiene più alla seguente epoca, che a quella di cui trattiamo, e noi perciò ne rimetteremo il discorso ad altro tempo. XIII Tutti gli storici finor nominati scrissero la Storia o della lor patria, o di altro argomento, perchè ne venne loro il talento. Genova è la sola città d’Italia, come osserva il Muratori (ib.), che possa a questi tempi mostrare Storie scritte per pubblico ordine, e per pubblica determinazione approvate. Caffaro fu il primo che al principio del xii secolo si accinse a tale lavoro. Era egli uom d’alto affare, e onorato di varie cariche, come dalla sua Storia medesima si raccoglie. Ei fu alla guerra sacra in Siria l’anno 1100 (ib. p. 249). Fu console in Genova negli anni 1 ia3 e 1126, e nel secondo suo consolato segnalò con felici imprese il suo guerriero valore contro i Pisani (ib. p. 255, 256). Più altre volte ancora egli ottenne la medesima dignità; e l’anno 1146 andò coll’armata de’ suoi contro l’isola di Minorica, e ne fè la conquista (ib. p. 261). L’anno 1154 fu inviato ambasciadore de’ Genovesi a Federigo Barbarossa, da cui venne accolto con sommo onore (ib. p. 264). Egli dunque intraprese a scriver la Storia della sua patria, in cui però si ristrinse a quel solo spazio di tempo di cui egli era stato testimonio di veduta. Ecco com’egli parla del suo disegno, e della solenne approvazione che la sua