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QUARTO 507 t. io Colei, ed. p. 127), e poscia pubblicato di nuovo dal Muratori (Script Rer. ital. t 6, p. 112). Egli non è certo un Virgilio, ma è assai migliore degli altri poeti di questa età; e alcuni versi possono sembrar degni di miglior secolo Alcuni altri poeti potrei qui rammentare; ma non giova trattenersi più oltre ragionando di tali scrittori che non furono comunemente uomini di cui molto ci debba premere che si conservi la fama. Di Arrigo da Settimello , che visse in parte a quest’epoca, ci riserberemo a ragionare nella seguente, a cui singolarmente fiorì. Di Giovanni milanese, che in versi espose i precetti della Scuola salernitana , parleremo in questo libro medesimo, ove dovrem trattare de’ medici. A conchiuder dunque il presente capo, rimane solo che favelliamo degli scrittori che co’ loro libri illustrarono la storia profana. XI. La città di Milano, che per le dissensioni da cui fu in questi tempi sconvolta, non meno che per le guerre infelici contro di Federigo I, diede di se stessa all’Italia sì grande e sì luttuoso spettacolo, ebbe anche più storici che ne tramandarono a’ posteri le funeste vicende. L’immortal Muratori gli ha pubblicati altri-qper la prima volta, altri più accresciuti e corretti , nella sua gran Raccolta degli Scrittori delle cose italiane (Script. rer. ital. vol. 4,p. 3). Io ne verrò in breve accennando i nomi e i libri, e lascerò che più ampie notizie se ne ricerchino, da chi le brami, nelle eruditissime prefazioni eli1 egli a ciascheduno ha premesse. Il primo è Arnolfo che vivea a’ tempi di