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QUARTO 4^9 in. P* rputl patria precisamente fosse Papia, niuno ci ha lasciata memoria. Tolomeo di Lucca , che scrisse al principio del xiv secolo, dice ch’gli era di nazione Lombardo (IJist. cccl. /. 21, c. 18, t 11 Script. rer. ital.), e similmente il Tritemio lo chiama generalmente Lombardo (De Script, eccl. c. 414) e quindi formandone un magnifico elogio, dice ch’egli era uomo nelle secolari lettere eruditissimo, il più famoso gramatico de’ suoi tempi, perfettamente istruito nella greca e nella latina favella , e anche nelle divine scritture non mediocremente versato. Aggiugne che nell’una e nell’altra lingua avea scritte alcune eccellenti operette di diversi argomenti, e che tra esse eran solamente giunti a sua notizia un libro del metodo di favellare, un altro de’ vocaboli della lingua latina, e varie lettere; e conchiude dicendo che fiorì a’ tempi di Arrigo VI l’an 1200. Nel che però il Tritemio prese certamente errore, come ora vedremo. L’unica opera che ci sia rimasta di Papia, è il suo Vocabolario, o, come egli l’intitoli», Elementaría , che è in somma un lessico delle voci latine, imperfetto al certo e mancante, e a cui non convien sempre prestare una troppo cieca credenza; ma assai pregevole nondimeno, sì perchè ei fu uno de’ primi che innanzi al greca, deesi agg’mgnerc Pasquale vescovo di Equilio, città ora distrutta presso Venezia, il quale circa il 1170 fu perciò scelto dal doge di Venezia ad andare in suo nome aml>asciadore all1 imperador di Costantinopoli (Flam. Cornei. Feci. ven. voi. 10, pars 3, p. 3ip). in. E fra essi sincolarmcnle rupia autore di uu Lessico latino.