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2 unno il chiama nonio letteratissimo, di accorto ingegno ed eloquentissimo (Eccard. Script, Med. aevi, t. 2 , p. p.G6). Ma più chiara pruova ne abbiamo in qualche sua opera che ci è rimasta. Nel viaggio di Terra Santa, ch’ei fece, venne ancora a Costantinopoli, e perchè allora bollivano le controversie de’ Latini co’ Greci, Grossolano non temè di venir con essi a contesa , singolarmente sull’articolo più controverso della Processione dello Spirito Santo. Il cardinale Baronio, seguito da altri, pensa (Ann. eccl, ad un. ì 116, n. 7) che dal pontefice ei fosse colà spedito col titolo di suo legato5 ma, come ottimamente riflette il P. Pagi (Crit, in Ann. ad h. an.), di questa legazione non vi ha pruova nè vestigio alcuno presso gli antichi scrittori, ed è più verisimile che il sol talento di far pompa del suo sapere conducesse colà Grossolano. Comunque fosse, ei cimentossi co’ più dotti uomini che allor fossero in Grecia. Il sopraccitato cardinale Baronio avendo trovato nella biblioteca della Vallicella un opuscolo greco , benchè imperfetto, del nostro arcivescovo, intitolato Chrysolani Episcopi Mediolanensium Oratio ad Imperatorem Alexium Comnenum, lo inserì , tradotto in lingua latina dal vescovo Federigo Mezio; ne’ suoi Annali (l. c.)} e lo stesso di nuovo è stato dato alla luce in greco e in latino dalf Allacci (Graeci orthod. t. 1, p. 379) col titolo Petri Episcopi Mediolanensis Oratio ad Imperatorem, ec. j il che è a stupire che non fosse avvertito dal P. Ceillier, il quale dice di non sapere che cosa alcuna di Grossolano sia stata pubblicata (llist. des~Aut. eccl. t. 21,