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454 LIBRO cocpit. Ma i pericoli a cui egli si vide esposto nel mondo, il consigliarono a ritirarsi in un chiostro, ed egli scelse a tal fine il monastero di Fonte Avellana. Delle virtù da lui praticate in questo monastero che fu il suo ordinario soggiorno f e in altri a cui fu per alcun tempo chiamato, delle austerità con cui egli afflisse di continuo il suo corpo, dei prodigi con cui Iddio il volle glorificare. io lascerò che si consultino i mentovati scrittori, poichè ciò punto non appartiene al disegno di questa mia Storia. Io osserverò invece che all’esercizio delle religiose virtù egli congiunse un assiduo e diligente studio di quelle materie singolarmente di cui allora con più ardore si disputava; e che per esso ei divenne sì celebre, che non vi ebbe quasi importante affar nella Chiesa, di cui a lui non si appoggiasse tutta la cura.. L’imperadore Arrigo II volle ch’ei ne andasse a Roma per ajutare co’ suoi consigli il pontefice Clemente II, come egli stesso narra in una sua lettera (l. 1, ep. 3); ove è a correggere il P. Ceillier che dice ciò avvenuto l’anno 1042, poichè Clemente II non fu eletto pontefice che l’an 1046. D’allora in poi S. Pier Damiano fu quasi di continuo occupato ne’ più rilevanti affari ecclesiastici. Non vi ebbe quasi sinodo a cui egli non intervenisse. La simonia e la incontinenza del clero erano allora i vizj che troppo bruttamente guastavano la Chiesa di Dio; ed egli e co’ suoi libri e co’ viaggi intrapresi a diverse città, usò di ogni sforzo per estirparli; e degno è singolarmente d’esser letto ciò eli’ egli operò a tal fine nella chiesa di