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QUARTO 453 fralcllA , dello Damiano , da cui fu allevato pietosamente nell’abbandono in cui la crudele indolenza de’ suoi l’avea lasciato. Di lui hanno trattato e con singolar diligenza tanti scrittori , che nè fa d’uopo, nè giova eli’ io mi trattenga a favellarne diffusamente. Veggansi fra gli altri i continuatori del Bollando (ad d. 23 febr.), il Mabillon (Ann. bened t. 4, l. 52; et Acta SS. Ord. S. Bened. t. 9), f Oudin (De Script eccl. t. 2, p. 686, ec.), il Ceillier Hist des Aut. eccl. t. 20, p. 512, ec.), i dottissimi autori degli Annali Camaldolesi (Ann. camald t.1,2), e il P. abate Ginanni (Scritt. ravenn. t. 2, p. 157, ec., e Lettera nella (quale si dimostra che Ravenna è la vera patria di S. Pier Damiano , ec. Assisi, 1741)■ Io verrò dunque accennando sol brevemente ciò ch’essi hanno e svolto ampiamente, e chiaramente provato. Pietro nato in Ravenna, secondo il comun parere degli scrittori, verso l’an 1007, dopo avere per alcuni anni sofferto nelle domestiche mura un trattamento cui non avea ragion d’aspettare, per pietà avutane finalmente da suo fratello Damiano, fu mandato alle scuole prima di Faenza, poscia di Parma, come nel capo precedente abbiam dimostrato 5 ed ei vi fece sì felici progressi, che prese poscia a tenere scuola agli altri. In qual città la tenesse, l’antico scrittor della Vita, cioè Giovanni di lui discepolo, non lo esprime; ma solo accenna il numeroso concorso che da ogni parte faceasi ad ascoltarlo per la stima in cui era salito: mox alios erudire, clientium turba ad doctrinae ipsius famam undique confluente, studiosissime