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QUARTO 447 accrescere una nuova gloria a Novara sua patria, che può vantarsi di aver dati alla Francia due illustri maestri nella teologica facoltà; e io perciò mi stupisco che il Cotta non abbia fatta di Lodolfo menzione alcuna nel suo Museo. Nè deesi finalmente tacere di Bernardo da Pisa, diverso da quello che fu poi papa col nome di Eugenio III. Egli tenne scuola di teologia in Parigi; e di lui scrivendo Pietro cardinale di S. Grisogono al pontefice Alessandro III, in una lettera riportata dal«du Boulay (Ili.st. Univ. Paris, t. 2, p. 729), dice ch’egli era uomo di sì grande letteratura e di sì onesti costumi, che era riputato.degno de’ sommi onori. XVIII Così l’Italia coll’inviare alla Francia i dotti professori, de’ quali abbiam finora parlato, giovò non poco a sollevare a gran fama le scuole che ivi erano degli studj sacri. I Francesi si vantano, e con ragione, ch’esse fosser sì rinomate, che dall’Italia vi accorresser!giovani in gran numero per esservi istruiti. Noi non contrasteremo loro tal gloria; ma li.pregherem solo a non volere dimenticare che di questa gloria medesima furon essi in non piccola parte debitori all’Italia ed agl’italiani che venuti in Francia discepoli, vi divenner maestri. E molti eran di fatto che per coltivare gli studj sacri dall’Italia passavano in Francia. Ma i dotti Maurini autori della Storia letteraria della lor patria hanno di ciò parlando gonfiate alquanto le vele. Chi può noverare, dicono essi (t. 9, p. 77), tutti gl’Italiani che furono istruiti alle medesime’ scuole? Si sa che i papi, e singolarmente Alessandro III, vi mandavan da