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QUARTO 43I presi dalle Scritture sacre e dalla tradizione, come nei Trattati del Sacramento dell’Altare, della Incarnazione, della Processione dello Spiri!’ Santo, e in altri, i quali pure furono da lui trattati con giusto metodo e con filosofica precisione. , X. Di Lanfranco e di Anselmo avremo a ragionar di bel nuovo , quando tratteremo della filosofia di questi tempi. Ma io non voglio frattanto differire più oltre a riportare l’elogio che di questi due illustri Italiani han fatto i Maurini autori della Storia letteraria di Francia; elogio di cui tanto più noi dobbiam compiacerci , quanto più si credon sincere le lodi che vengono dagli stranieri, e, diciamo ancor, da’ rivali. Lanfranco e Anselmo, dicono essi (t. 7, p. 76, ec.), che aveano per la bella latinità e per le più alte scienze un finissimo gusto dopo il decadimento delle lettere non ancor conosciuto , il comunicarono a’ lor discepoli, e questi ad altri. Felici rivoluzioni, le cui influenze essendosi sparse a poco a poco in tutta la Francia, e passate ancor in Inghilterra, in Italia e in Allemagna, furono la sorgente di quel risorgimento delle scienze che si vide tra’ nostri Francesi a’ tempi di Luigi il giovane! Al monastero di Bec. si dee giustamente la lode di essere stato per così dire la culla di questo rinascimento. Lo storico della Vita di Lanfranco , prevedendolo da lungi, lo prediceva fin da’ suoi tempi; e perciò egli scrisse che tutta la Chiesa occidentale, e nominatamente la Francia e l’Allemagna, godevano al vedersi rischiarate da luce sì luminosa.... Prima che Lanfranco