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QUARTO 4^3 e le leggi (Hist. des Aut. eccl. t. 21, p. 1). Ma ciò non basta. Lanfranco secondo alcuni non solo studiò le leggi, ma ne fu ancora maestro in Pavia sua patria, quand’ei vi fece ritorno. Così ci narrano non solo il suddetto autore, ma anche i Maurini autori della Storia letteraria di Francia (t. 7, p. 151), i quali aggiungono di’ egli insieme con Guarnerio spiegò il Codice di Giustiniano. Or questo non è certo il senso delle citate parole, nelle quali si afferma bensì che Lanfranco si esercitò in Pavia nel trattare le cause, e che ottenne fama di giovane dottissimo nel civile diritto; ma ch’ei ne tenesse scuola, non si accenna punto. Convien però confessare che ciò non si asserisce da’ moderni scrittori senza l’autorità di qualche antico; perciocchè Roberto del Monte, che visse o al fine del XII secolo, o al principio del XIII, così dice (in Accessione ad Chron. Sigibert. ad an. 1032): Lanfrancus Papiensis et Garnerius socius ejus, repertis apud Bononiam le gibus romanis Justiniani imperatoris, operam dederunt eas legere, et aliis exponere. Ma in primo luogo Roberto non dice che Lanfranco e Guarnerio tenessero scuola in Pavia; anzi egli sembra indicarci che ciò avvenisse in Bologna. E innoltre Guarnerio ossia Irnerio il primo interprete delle leggi, che qui si dà per compagno a Lanfranco, fiorì quasi un secolo dopo lui; e allor solamente, o non molto prima, come a suo luogo vedremo, ebbe principio in Bologna lo studio delle leggi. Quindi le parole di questo benchè antico scrittore non bastano a stabilire (questa opinione che è sembrata non ben certa anche