Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/470

QUARTO 4°9 deU’ anno 1119 e 1140 si veggon nominati col titolo di maestri, o di soprastanti alle scuole (Giulini, Mem. di Mil. t. 5. p. 121, 573); perciocchè forse queste ancora erano le scuole ecclesiastiche. XI. Scuole somiglianti a queste erano ancora in altre città d’Italia, fra le quali sembra che a questi tempi Parma singolarmente fosse perciò rinomata. S. Pier Damiano al principio fieli1 xi secolo passato da Ravenna sua patria a Faenza per coltivarvi gli studj, come egli stesso racconta (l. 6, ep. 30), venne poscia a continuarli a Parma (ib. l. 5, ep. 16), e rammenta egli stesso uno de’ suoi maestri detto per nome Ivone (l. 6, ep. 17), benchè non esprima se egli tenesse scuola in Parma, o in Faenza; e nel luogo medesimo fa menzione di un certo Gualtero compagno del detto Ivone, il quale dopo avere per presso a trent’anni corse per amor di sapere la Francia, la Spagna e l’Allemagna, tornato finalmente in patria, prese ad istruirei fanciulli, ma fu poscia da un suo rivale ucciso miseramente. Ma più celebri ancora esser doveano gli studj in Parma nel seguente xii secolo; perciocché Donizone, quel desso che ci ha lasciata la Vita della contessa Matilde, ai cui tempi vivea, in uno stile assai barbaro ed incolto, ci assicura che Parma, per le lettere e per le scienze che vi si professavano, dicevasi grecamente Crisopoli ossia città d’oro: Chrysopolis dudum Graecorum dici tur usu , Aurea sub lingua sonat urbs haec esse latina; Scilicet urbs Parma , quia grammatica manet alta Artes ac septem studiose sunt ibi lectae... Script. Rer. ital. t. 5, p. 35^.