Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/462

QUARTO 40J di Federigo duca di Svevia, che avea già inutilmente disputato a Lottario il regno di Germania e d’Italia, poichè questi fu morto l’anno n 37, gli fu dato a successore. Egli parve che si dimenticasse di avere in suo dominio l’Italia; ove perciò le guerre intestine e civili si fecer sempre più aspre, e le città sempre più stabilironsi in quella indipendenza a cui già da molti anni eransi avvezzate. Federigo I soprannomato Barbarossa, e figliuolo del già mentovato Federigo duca di Svevia, e nipote perciò di Corrado, gli succedette l’anno 1152; principe di magnanimi spiriti e d’indole generosa , e che dovrebb’essere annoverato tra’ più famosi sovrani, se la rea condizione de’ tempi, il trasporto dell’impetuoso suo sdegno, e lo scisma lungamente da lui fomentato e sostenuto, non l’avesser condotto spesso a tai passi e a tali risoluzioni, cui seguendo la natural sua rettitudine avrebb’egli stesso in altre circostanze disapprovato. Egli si fissò in pensiero di voler ridurre al dovere le troppo libere e indipendenti città italiane; e alcune di esse, e Milano singolarmente, provarono i funesti effetti del suo risentimento. Ma ciò non ostante ei non potè condurre ad esecuzione il suo disegno. Le città lombarde insiera collegate seppero sostenere e stancare per modo le potenti armate di Federigo, che questi fu finalmente costretto a capitolare con esse; e f anno u 83 si stabilì la tanto celebre pace di Costanza, per cui fu alle città italiane dipendenti dagl’imperadori confermata con cesareo rescritto quella indipendenza che da essi considerava*! Tiuaboschj, Voi. III. 26