Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/438

TERZO 3~n egli allora presso il giovine Ottone III, di cui era stato maestro; e questi condottolo seco in Italia l’anno 998, il fè innalzare alla sede arcivescovil di Ravenna, e poscia l’anno seguente, essendo morto il pontefice Gregorio V, Ottone adoperossi per modo, che il suo Gerberto fu eletto pontefice, e prese il nome di Silvestro II. Ma quattro anni soli potè egli godere di tal dignità, essendo morto agli 11 di maggio dell’anno 1003; uomo che non si può in alcun modo difendere dalla taccia di ambizioso, ma che nel rimanente fu di accorgimento e di sapere non ordinario, e, ciò che il rendette ancor più utile all’Italia e all’Europa tutta, pieno di zelo per risvegliare in tutti 1 ardore del coltivamento de’ buoni studj, che già da più secoli sembrava interamente estinto. V. E veramente basta legger le Lettere da lui scritte, e pubblicate dopo altri dal Du Chesne (Script. Hist. Franc, t. 2), per riconoscere quanto egli a tal fine si adoperasse. Appena vi fu scienza di sorte alcuna a cui egli non si volgesse. Noi veggiamo ch’egli tratta sovente non sol della matematica ch’era lo studio suo prediletto, ma della rettorica, della musica , della medicina ancora, e in tutti questi studj ei si mostra versato (ep. 17, 92, 124, 151). Ma di niuna cosa troviam più frequente menzione nelle sue lettere, come di biblioteche e di libri ch’egli era avidissimo di raccogliere, fino ad importunare gli amici perchè glieli trasmettessero (ep. 7, 9, 17, 24, 25, 40, 72, ec. ec.); ed egli stesso ci assicura (ep. 44) cl,e come in Roma e in altre parti d‘ Italia, così v. Suo fervore nel coltivare e promover gli studì: calunnia appostagli.