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3^G LIBRO celebre monastero di Bobbio verso 1‘anno 970. Egli adoperassi singolarmejite a farvi rifiorire gli studi; e i soprallodati Maurini aflèrmano ch’egli il fece con sì felice successo, che lino da’ più lontani paesi pensavasi a mandargli studenti. La pmova eli essi ne arrecano, è una lettera dello stesso Gerberto, in cui scrivendo a Ecberto arcivescovo di Treviri, così gli dice (ep. 13): Proinde sì deliberatis, an scholasticos in Italiam ad nos usque dirigatis, ec. Ma come la voce scholasticus avea il senso ancor di maestro (V. Du Cange Gloss. ad hanc voc.), non si può accertare se di maestri ragioni qui Gerberto, ovver di scolari. Pochi anni però ei visse in quel monastero; perciocchè l’usurpazione che molti avean fatta de’ beni di esso, e l’invidia che contro di lui, forse perchè straniero, si accese, l’indusse ad abbandonarlo, ritenendo però il nome di abate, e a tornarsene in Francia. Di quando in quando però venne a rivedere l’Italia; e una volta fra l’altre abbattutosi in Ottone II che era in Pavia, e da lui condotto seco pel Po a Ravenna, tenne ivi solenne e pubblica disputa con un cotal Sassone detto Otrico, uomo a que’ tempi dottissimo su una quistione di matematica, in cui era disparere tra lui e Gerberto. IV. Intorno alla maniera con cui egli fu sollevato all’arcivescovado di Rheims l’anno 991, dappoichè ne fu deposto Arnolfo, e delle con1 traddizioni che vi sostenne, dalle quali fu finalmente costretto a cedere quella sede l’anno 997 allo stesso Arnolfo, si posson vedere i mentovati autori della Storia letteraria di Francia. Ritirossi