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3^0 UDRÒ Inolungasse i suoi giorni. Alciuii gli hanno attribuita ancora una cotal Cronaca favolosa , e alcune Memorie, di cui si è fatta una bella edizione in Anversa l’an 1640. Ma i più dotti scrittori le rigettano come una mera impostura, di che è a vedere fra gli altri il già citato Niccolò Antonio. E lo stesso vuol dirsi di certe Vite de’ romani Pontefici, che a lui pure senza alcuna ragione sonosi attribuite. XXII. Questo per ultimo è il luogo a cui più oppoi Limainente che a qualunque altro esaminar dobbiamo ciò che appartiene a’ cinque libri di Geografia che van sotto nome di un Anonimo di Ravenna. Il P. D. Placido Porcheron della Congregazion di S. Mauro ne trovò un codice ms. nella biblioteca reale di Parigi, e il diè alla luce ornato di assai erudite annotazioni f anno 1688. Ma chi è egli questo autore? A qual tempo visse? Qual fede merita? Se io volessi qui usare co’ miei lettori di quella, per così dire, crudeltà erudita con cui alcuni si piacciono di annojarli e di straziarli, ne avrei qui luogo e mezzo opportuno. Ma dopo essermi io stesso per lungo tempo inutilmente stancato per accertar qualche cosa, non voglio chiamar altri a parte della stessa nojosa fatica, di cui finalmente altro frutto non potrebbe ritrarsi, che di sapere chi sia l’autore di un’opera di cui non avremmo a dolerci troppo che fosse smarrita. Perciocchè chi è egli mai questo scrittore? Egli è uomo che oltre f usare di uno stile il più barbaro che forse mai si leggesse, è ancora oscuro per modo , eli’ io non so se possa avervi Edipo sì ingegnoso che ne sciolga gli