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XLII RIFLESSIONI SULL’INDOLE Ma di grazia, che ha a lare colla ricchezza, coll’energia , coll’armonia della lingua , di cui solo qui trattasi, la sublimità di pensare , la critica interessante e filosofica, la forza di genio? La mancanza di questi medesimi pregi sarà forse quella che non- mi lascerà ravvisare la connessione di questo ragionamento del sig. ab. Arteaga; e perciò pregherò lui stesso, che nella sua storia delle Rivoluzioni del Teatro musicale ha sì bene riunite in se stesso le doti da lui ammirate nel sig. Bailly, a indicarmi per qual maniera la mancanza di sublimità del pensare , e di critica nel ragionare provi la povertà e la pusillanimità d’una lingua, Io frattanto gli indicherò uno scrittore di storia letteraria che, a mio parer, può bastare per rivendicare l’onor dell’Italia; ed egli è il celebre procuratore e poi doge Marco Foscarini , la cui Storia della Letteratura Veneziana non teme in ogni sua parte il confronto di qualunque altro scrittore. Io son venuto rispondendo finora a tutti i rimproveri che il sig. ab. Arteaga ha fatti alla lingua italiana e agl’italiani scrittori. Ma a conchiudere quest’apologia, ei mi permetterà ch’io gli dimostri generalmente che non v’ ha forse lingua tra le viventi d Europa, che più dell’italiana sia opportuna a qualunque stile e a qualunque materia. Perciocchè qual lingua è mai questa nostra? Ella è una lingua che riunisce in sè i pregi dell’evidenza delle sue frasi imitative, delle quali si trovano esempj maravigliosi negli autori; della ricchezza de’ termini cagionata dal gran numero de’ dialetti che son concorsi a formarla; della varietà nata appunto dalla ricchezza e moltiplicità delle sue forme; dell’abbondare, d’aumentativi e di diminutivi, che la rendono opportuna, quelli per lo stile ditirambico , questi per l’anacreontico; della pieghevolezza che in lei nasce dal concorso di questa e d’altre cause; una lingua che sa congiungere F ordine colla vivacità, e colla chiarezza la forza, imbrigliare la immaginazione senza rallentarne la possa , accomodarsi a tutte le inflessioni e a tutti gli stili, conservando ciò non ostante F indole sua propria e nativa; una lingua che tanto vale a esprimere tutte le passioni, e a dipinger tutti gli oggetti , e che diviene lo strumento ugualmente dello spirito,