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della letteratura italiana vli altro capo d’accusa, rimproverandoci che niun trattato abbiamo descrittivo di qualche scienza, che possa servir di regola nel genere didascalico , come tanti ne. hanno gli stranieri, e particolarmente i Francesi, bastando per tutti F immortale Buffon. Qui ancora il sig, ab. Arteaga non si ricorda delle lodi che poc’anzi ha date al Galilei, proponendolo come modello agli scrittori di cose fisiche. E io, oltre quel valoroso scrittore, ricorderò all’ab. Arteaga que’ non pochi altri che sopra ho rammentati, il Redi, il Magalotti, il Vallisnieri, il Cocchi, ec., che alla sodezza delle loro ricerche nelle quistioni filosofiche e mediche hanno congiunto le spoglie delle grazie, e hanno infiorato il sentiero, pregio ci,’ ci non può negar certamente ne pur al march Maffei nella sua Arte cavalleresca. Oltre di che la quistione che qui si agita, è se la lingua italiana sia ricca abbastanza per poter con essa spiegare tutto ciò che a qualunque scienza appartiene. Or concedendo ancora che noi non abbiamo scrittori che possano paragonarsi a Fontenelle e a Buffon, non ne viene in conseguenza che la nostra lingua non abbia espressioni opportune a trattar di qualchessiasi argomento. Se vi è materia in cui la lingua francese sembri più doviziosa dell’italiana, ella è l’arte militare che per poco non credesi tutta francese. E nondimeno veggasi il Discorso del soprallodato ec. Algarotti al sig. Felice Salimbeni sopra la ricchezza della lingua italiana ne’ termini militari (Op. t. 5, p. 135, ed. Cremon.), e si vedrà quanto anche in ciò sia la comune opinione insussistente e falsa Finalmente noi non abbiamo nessuna storia letteraria scritta con quella sublimità di pensare, con quella critica interessante e filosofica, con quello stile clic prcssente V immortalità, con quella forza di genio che caratterizzano la Storia dell Astronomia del s:g. Bailly. A me non appartiene il rispondere al gentil complimento , di cui ognun vede eh’ ci vuol qui onorare singolarmente me e la mia storia. Ma gli chiederò solamente , e mi piace di dover ripeter più volte la stessa interrogazione, di qual logica ei faccia qui uso. S’egli avesse fatto solo il paragon dello stile , I’ osservazione potea esser vera, giacchè io certo non mi vanto di avere uno stile che a guisa di bracco presenta l’immortalità.