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314 LIBRO ravenn. t. i, p. 20)? non è di quest’opera il ricercarlo, e i suddetti autori potranno intorno a ciò e ad altre cose appartenenti ad Agnello fornire quelle più copiose notizie che si bramino per avventura da alcuni. Io avvertirò solo che non conviene confondere , come ha fatto il V ossio (De Histor. lat. l. 3, c. 4) con ri tri, l’Agnello storico coll’Agnello arcivescovo di Ravenna, che visse più di tre secoli innanzi allo storico (a). XVL Con più ragione tra gli uomini dotti di questi tempi vuolsi annoverare Austasio soprannomato Bibliotecario. Due personaggi del medesimo nome, celebri amendue, ma per diversi riguardi, fiorirono dopo la metà del IX secolo di cui scriviamo. Uno di essi fu Anastasio cardinale del titolo di S. Marcello, il quale avendo per cinque anni abbandonata la sua chiesa, ne venne perciò solennemente privato l’anno 853, poscia l’anno 855 turbò e sconvolse la Chiesa per introdursi nella cattedra di S. Pietro, da cui però cacciato, fra poco si stette privo della comunione cattolica fino all’anno 868 in cui Adriano II pietosamente vel riammise; ma poi per nuovi delitti da lui commessi nel privò nuovamente nell’anno stesso. Che questi fosse ancora bibliotecario della santa sede, si asserisce dall’autore degli Annali Bertiniani pubblicati, dopo altri, dal Muratori (Script. Rer. ital. t. 2, (a) Tutto ciò che appartiene ad Agnello, si può ora vedere nell’opera del suddetto ab. Giuseppe Luigi A madesi sulla sene degli Arcivescovi di Ravenna pubblicata in Faenza in tre tomi in 4? l’anno 1783.