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31 O LIBRO sicuramente attribuire all1 arcivescovo Pietro, egli è certo però, che fu questi uno de’ più dotti pastori che allora avesse la Chiesa. ’ Xlll. L’altro arcivescovo di Milano, cioè Odelberto, fu egli pure del suo sapere assai accetto a Carlo. Questi, che, come si è detto altrove, scriveva spesso lettere circolari ai vescovi de’ suoi regni, chiedendo loro lo scioglimento or di una, or di altra quistione, per eccitarli in tal modo e coltivare le scienze sacre, scrisse tra gli altri a Odelberto, proponendogli alcuni dubbi intorno al battesimo (Mabill. Analecta, p.75, ed. Paris. 1723); e questi risposegli con un libro diviso in ventidue capi, in cui soddisfaceva a’ quesiti dall’imperadore propostigli. Esso conservasi ancor manoscritto nel monastero di Augia presso Costanza (Oudin de Script. eccL t. 2, p. 1). Il P. Mabillon ha pubblicata la lettera che Odelberto vi avea premessa a Carlo Magno, e insieme i titoli e i principii di ciaschedun capo, da’ quali si vede che avea egli seguito il metodo allor comune a molti scrittori ecclesiastici, di comporre i trattati unicamente sull’autorità de’ Padri, allegando ciò che da essi diceasi sugli articoli controversi. Gli stessi quesiti furon da Carlo Magno proposti a Massenzio patriarca d’Aquileia, e questi pur gli rispose con una lunga e dotta lettera, che dal P. Bernardo Pez è stata data alla luce (Thes. noviss. Anecd. t. 2 , pars 2, col. 7). Di questo patriarca assai eruditamente ragiona il più volte lodato sig. Liruti (De’ Letter. del Friuli, t. 1, p. 250, ec.).