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3l>4 LIBRO pubblicò un libro intitolato Apologetico, che diede poi occasione ad altri libri contro di lui pubblicati dallo stesso Teodemiro, da Dungalo e dal suddetto Giona. Ciò che in questo vi ha di strano, si è che, come altrove abbiamo osservato, gli errori di Claudio non fecero alcun rumore in Italia. Niun Italiano pensò a confutarlo; niun de’ romani pontefici levossi contro di lui, come sarebbe avvenuto se i suoi sentimenti fossero stati palesi; niun sinodo finalmente si tenne per lui in Italia. Noi veggiam solo che il pontefice Pasquale I era sdegnato contro di Claudio (Jonas Aurel De Cultulmag. I. 3 sub fin.)’, ma da tutto il complesso delle parole di questo passo da me accennato sembra che ciò nascesse soltanto dall’impedir che Claudio faceva i divoti pellegrinaggi a Roma. Certo non vi è memoria che in Italia si parlasse delle opinioni di Claudio intorno al culto delle immagini. Il che io penso che avvenisse perchè gli scritti di Claudio non si divolgarono in Italia, ma solo in Francia, ove egli li mandò a Teodemiro, e forse anche ad altri suoi antichi amici; e perciò ivi solo si sparser gli errori di Claudio, ove se ne fecer pubblici i libri. Quindi troppo facilmente a mostrar l’ignoranza de’ vescovi d’Italia ha il Muratori, seguito poscia da altri, applicata ad essi (Antiq.Ital.t 3, p. 816) l’ingiuriosa espressione usata da Claudio, il quale, come narra Dungalo (Respons. advers. Claud. taurin.), renuit ad conventum occurrere Episcoporum, vocans illorum Synodum congregationem asinorum. Non già in Italia, come si è detto, ma in Francia si tenne