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2j8 libro lian sempre usalo di disprezzar le altre arti, e di far conto della sola gramatica: Sicut Italis mos semper fuit, artes negligere ceteras, illam sectari. Buon per noi che non è questi nè un accusatore, nè un giudice di cui dobbiam far gran conto, checchè gli piaccia di dire intorno a’ nostri studj. Altrove ancora è probabile che vi avesse pubbliche scuole, benchè mi sembri difficile che tutte quelle che da Lottario furono istituite, fra tante sciagure ancor sussistessero (24). XXIX. Le stesse rivoluzioni che abbiamo accennate, dovettero essere ugualmente fatali a’ libri e alle biblioteche, molte delle quali è verisimile che fossero nell’occasione delle scorrerie de’ Barbari incendiate, o disperse. Ciò avvenne certamente al monastero di Nonantola, come abbiamo poc’anzi osservato, in cui molti libri furon dati alle fiamme (25). Se alcuni (a) Oltre le scuole aperte in Italia, troviamo qualche Italiano da essa uscita per tenere scuola in altre provincie. Tale fu quello Stefano che circa l’anno qp.f. era maestro in Ei bipoli ossia Wirzburg, come raccogliesi dagli Atti della Vita di S. Wolfango vescovo di Ratisbona. pubblicati dal Mabillon (A da SS. ord. S. Bened. saec, v, p. 813). (25) Benchè la libreria del monastero di Nonantola fosse data alle fiamme nell’anno 899, è certo nondimeno che quel monastero n’ebbe poscia una assai copiosa di codici, o perchè non tutti allora perissero, o perchè più probabilmente i monaci che vennero appresso ne facessero una nuova raccolta. Un breve Catalogo de’ codici che ivi esistevano , scritto probabilmente al principio del secolo XI conservavasi in Bologna presso il dottissimo P. ab. Trombelli insiem colla copia di un altro posteriore e scritto assai malamente , e