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TERZO ayi Transiurana. I Barbari sceser tosto con possente esercito a invader l’Italia; e il primo oggetto della lor crudeltà fu Pavia, che presa da essi l’an 924 fu data alle fiamme con tale strage de’ cittadini, che per attestato di Frodoardo, scrittore contemporaneo, dicesi che dugento soli ne campasser la vita. Ma frattanto ucciso nello stesso anno Berengario in Verona, e partiti con ricco bottino gli Ungheri, Rodolfo si vide pacifico possessore del nuovo regno. XXVI. Egli ancora però appena cominciava a goderne, che sel vide tolto da Ugo marchese e duca di Provenza, che invitato a scendere in Italia contro di Rodolfo, il costrinse ad uscirne, e se ne fece coronare re l’anno 926. Era questi, come narra lo storico Liutprando (Hist. l. 3, c. 5), di coraggio non meno che di sapere assai grande, e amava singolarmente e in molte maniere onorava i filosofi. Liutprando, come a suo luogo vedremo, era stato in età fanciullesca alla corte di questo principe; e forse egli scrisse così per adulare alquanto l’antico suo signore. Certo noi non veggiamo che Ugo facesse cosa alcuna a pro delle lettere; e se egli onorava i filosofi, io temo assai ch’ei non trovasse alcuno in Italia, a cui poter compartire cotali onori. L’anno 931 ei dichiarò suo collega il suo figliuolo Lottario. Berengario marchese d’Ivrea chiamato da molti principi italiani, si mosse l’anno 945 contro il re Ugo , il quale fu costretto a cedergli il regno e ad abbandonargli nelle mani il suo figliuolo Lottario. Berengario però non prese il nome di re se non l’anno 950, in cui quel giovane