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XX!. Sua opera in difesa «Irl)«• »arre immagini. 362 MERO sollo il dominio de’ re francesi. Ma a dir vero, non parmi questo argomento abbastanza forte a provarlo. La Francia dal principio del mondo sino a questi tempi avea avuti molti altri padroni prima de’ re francesi, e potea perciò dire Dungalo che allor i monarchi francesi ne aveano la signoria; e inoltre negli scrittori di questi tempi non convien supporre una sì scrupolosa esattezza nello scrivere, che da una sola paroletta, qual è la voce nunc, si possa in cosa dubbiosa accertare un senso a preferenza di un altro. E certo non mi sembra probabile che Carlo Magno volesse a uno che soggiornava in Italia, chiedere lo scioglimento di tal quistioni per mezzo dell’abate di S. Dionigi. Quindi se il Dungalo autore di questa lettera è lo stesso che il professor di Pavia, di che poscia ragioneremo, deesi credere verisimilmente ch’ei fosse allora in Francia, e che vi menasse quella vita solitaria che propria era de’ monaci detti Rinchiusi, e che ne fosse poi tratto da Lottario per mandarlo in Italia. XXI. L’altra opera che ha per autore Dungalo, è un libro in difesa delle sacre immagini contro Claudio vescovo di Torino (Bibl. PP. Lugd. t. 14)• Il P. Mabillon osserva che Dungalo vi fa menzione di un sinodo tenuto su questo argomento due anni innanzi: De hac igitur imaginum pictamm catione.... inqiùsitio dii!gentins ante, ut reor. biennium apud gloriosissimos et religiosissimos principes habita est in palatio: e crede perciò che qui si ragioni del sinodo tenuto in Parigi l’anno 825 sul culto delle immagini (l. cìt.). Ma io temo che questo