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TERZO u/jO altri maestri avesse egli da Roma chiamati in Francia. Ma gli scrittori di questi tempi non dobbiam creder che fosser così scrupolosi nella scelta delle loro espressioni, che le parole da essi usate si abbiano a prender sempre nel proprio e rigoroso lor senso, e forse la voce iterum qui è adoperata a spiegar parimenti, o ancora. XIII. Egli è certo però che non furon questi nè i soli ne i primi Italiani che Carlo chiamasse in Francia a farvi fiorir le scienze. Pietro da Pisa, come di sopra ho accennato, fu a mio parere il primo che a tal fine passasse in Francia, e nel palazzo di Carlo tenesse scuola di gramatica, come colla testimonianza del celebre Alcuino abbiam dimostrato. Quindi il Du Boulay giustamenle’aiTerma che questi debb’essere rimirato come il primo fondatore delle regie scuole in Francia, Itaque Petrus ille merito dici potest primus scholae palatinae et regiae institutor (Hist Univ. Paris t. 1, p. 626). Paolo Diacono venne egli pure in Francia verso questo tempo medesimo, come congettura il P. Mabillon (Ann. Bened. t. 2, l. 24, n. 73), e come mi lusingo di poter a suo luogo provare chiaramente. E benchè il breve tempo ch’egli vi si trattenne, non gli permettesse di recar gran vantaggio a^quelle provincie, nondimeno, uomo colto com’egli era per quella età, dovette concorrer non poco a ravvivarvi l’amore de’ buoni studi. Teodolfo, che pur fu italiano, come a suo luogo dimostreremo, non solo fu da Carlo Magno condotto in Francia,ma fu anche eletto vescovo d’Orleans. Alla qual chiesa ei si rendette sommamente giovevole, come con altre