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a4$ LIBRO propagassero in ogni parte cotali studj, perciocchè, dic’egli, prima di lui niuno studio delle belle arti era in Francia. Et domnus rex Carolus iterum a Roma artis gramaticae et computatoriae magistros secum adduxit in Franciam, et ubique studium litterarum expandere jussit. Ante ipsum enim domnum regem Carolum in Gallia nullum studium fuerat liberalium artium. Le quali ultime parole non debbonsi però intendere per tal maniera’ che la Francia fosse finallòra rimasta sommersa in una profonda ignoranza, ma solo che già da molto tempo eranvi interamente caduti gli studj , talchè convenne a Carlo di far venir dall’Italia alcuni che dirozzassero i suoi popoli nella gramatica almeno e nell’aritmetica, ch’erano allora comunemente il più alto scopo a cui si cercasse di giugnere collo studio. Eccardo, detto da altri Eneccardo, monaco egli pur di S. Gallo, e che essendo vissuto nell’ xi secolo si suol chiamare il giovane monaco di S. Gallo, esprime i nomi di due che da Roma a tal fine passarono in Francia. Mittuntur secundum regis petitionem Petrus et Romanus cantuum et septem liberalium artium magistri. Può essere che così fosse; ma a meglio accertarsene , sarebbe a bramare che se ne potesse addurre qualche più antico e autorevole testimonio. Ma se non è abbastanza certo il nome de’ maestri che Carlo Magno condusse in Francia, non può negarsi ch’egli alcuni non ne conducesse da Roma. Anzi quella parola iterum usata dal Monaco d’Angoulemme ha fatto sospettare a taluno che prima ancora dell’anno 787