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TERZO 237 tutta, sicché all’udire ch’essi vendevano la dottrina, come se questa fosse una merce non più veduta, e di cui s’ignorasse perfino il nome, tutti si rimanesser estatici per istupore? Qual nuova maniera d’ispirare amor per le scienze fu mai cotesta? Ad uomini che vengono per comprar mercanzie, esibire la erudizione? Cotal sorte di gente era certo molto disposta a udire le cicalate di questi dottissimi cerretani. Inoltre è egli possibile che di un fatto che secondo il Monaco di S. Gallo mise la Francia tutta a rumore, niun altro di tanti storici che scrissero di que’ tempi, avesse contezza? Io posso affermare sinceramente di aver voluti leggere quanti ho potuto aver fra le mani, antichi storici francesi, inglesi e tedeschi, per vedere se questo o altro somigliante fatto confermato fosse da altri, e non ne ho trovato alcun cenno, trattone nella Cronaca di Giovanni Bromton inserita nella Raccolta degli Scrittori di Storia inglese stampata in Londra l’anno 1652. In essa si racconta il fatto medesimo dei due Scozzesi, e si arreca l’autorità di una Cronaca di Arles; ma come la cosa è narrata presso che colle stesse parole del Monaco di S. Gallo, egli è evidente che questo è il fonte a cui Giovanni Bromton ha attinto, onde niuna autorità si aggiugne quindi al racconto. Di tutti gli altri non v’è alcuno che di ciò faccia motto. Inoltre ci si dica di grazia: chi fu egli quel Clemente che approdò co’ mercanti scozzesi alle spiaggie di Francia? Chi fu l’altro compagno di cui il Monaco di s Gallo non ci ha lasciato il nome? Ella è cosa