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210 LIBRO non essere stato abbastanza attento ricercatore; e mostrarmi valorosi filosofi in Italia anche a questi tempi. II. Una invenzione appartenente a meccanica sembra che potrebbe attribuirsi a qualche valoroso Italiano di questi tempi. In una lettera scritta 1311110757 da Paolo I papa a Pipino re di Francia si fa menzione di un orologio notturno ch’egli insieme con alcuni libri mandavagli in dono. Direximus etiam Excellentiae vestrae et. libros.... nec non et horologium nocturnum (Cenni Cod Carolin, t. 1, p. 148). Ma questo orologio notturno che era mai? e chi erane l’inventore? Non abbiamo alcun lume a deciderlo. Abbiam veduti fino a quest’ora in uso gli orologi solari, e gli orologi ad acqua. I primi non erano che pel giorno, i secondi colf aiuto di 1111 lume potevano essere opportuni pel giorno insieme e per la notte. Di un orologio fatto sol per la notte non abbiamo idea. Il du Cange congettura (Gloss. med. et inf. Latin, ad voc. Horol.) che fosse un oriuolo a ruote e a campana, come quelli che usiamo al presente. Ma io non veggo perchè dovesse chiamarsi notturno. Il Cenni crede (l. cit.) che possa intendersi per avventura di un oriuolo che per mezzo di un lume in esso racchiuso facesse veder le ore dalla sfera segnate. Ma se f orinolo non era in altra cosa diverso dagli usati, se non per un lume aggiuntovi, non parmi che dovesse ciò aversi in conto di cosa rara, e degna di offrirsi a sì gran principe. Lo stesso Du Cange parla di un altro oriuolo ad acqua, che l’anno 807 da Aronne re di Persia fu mandato