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|88 LIBRO nè di Costanzo arcivescovo ili Milano, che scrisse su tale argomento più lettere al pontefice S. Gregorio, di cui assai era amico (V. Argelati Bibl. Script, mediol. t. 1 , pars 2, p. 459); nè di più altri di cui si vede fatta menzione presso gli scrittori della Storia Ecclesiastica. Così pure io accennerò il nome solo di S. Leone vescovo di Catania, di cui parlano gli scrittori siciliani e i ravennati ancora, poichè egli era natìo di questa città, e di cui si dice che alcuni trattati scrivesse contro gli Eretici (V. Amico Catana illustr. pars 1 , p. 366; Ginanni Scritt. raven. t 1 , p. 444)- Essi furon forse dottissimimi uomini, ma non ne abbiam pruove bastevoli a dimostrarlo. SXXI- XXI. Paolo Diacono ci parla di S. Damiano no vcirova vescovo di J’uvia, come d uomo sufficientemente ss. P’m14- istruito nelle arti liberali (de Gest. Lang. l. 5, 38). Di lui aggiugne altrove (l.6, c. 4), che »mòdimì- essendo intervenuto al concilio che si tenne in Milano f anno G79 contro l’eresia de’ Monoteliti, egli a nome di S. Mansueto arcivescovo di Milano scrisse all’imperadore Costantino Pogonato la lettera sinodale, in cui l’eresia medesima veniva confutata, che tuttora abbiamo nelle Raccolte de’ Concilj, e che in parte è stata pubblicata ancor dal Baronio (Ann. eccl. adori. G79). Sembra però che allora Damiano fosse semplice prete, perchè vescovo di Pavia dovea in quell’anno essere Anastasio, come si pruova dal Concilio romano che in que.sl’anno medesimo fu celebrato. Ma Paolo Diacono potè fin da quest’anno chiamarlo vescovo, onorandolo di quel nome che veramente non gli fu