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SECONDO 185 latina nella greca favella i Dialogi di S. Gregorio (ib. p. 165). Stefano III finalmente che da alcuni si dice IV di questo nome, che, eletto pontefice l’an 768, morì l’anno 772, ci si rappresenta da lui come uomo erudito nelle Divine Scritture, e assai dotto nelle ecclesiastiche tradizioni (ib. p. 174)• Io so bene che questi magnifici encomj con cui alcuno in questa età vien detto assai dotto, assai erudito, e somiglianti, voglionsi intendere con molta moderazione, e comunemente non ci dinotano che una mediocre tintura così nelle sacre come nelle profane scienze. Ma nelle circostanze infelici in cui trovavasi allora l’Italia, questa mediocrità medesima era assai a pregiarsi, e ad essa dobbiamo che ogni seme di buona letteratura non venisse interamente soffocato ed oppresso. XIX. Anche tra’ vescovi delle altre chiese d’Italia si videro alcuni che poteano a questi tempi sembrar uomini di prodigioso sapere. Oltre Paterio, se pure egli fu vescovo, due vescovi di Ravenna si renderono illustri, Mauro e Felice che tennero quella sede, il primo dal 648 fino all’anno 671, F altro dall’anno 705 fino al 723 secondo la Cronologia del ch. Giuseppe Luigi Amadesi citata dal P. Ginanni (Scritt. ravenn. t. 2, p. 47; t. 1, p. 204, ec.). Il primo dovea esser uomo assai dotto ne’ dogmi della cattolica religione, perciocchè essendo allora insorta l’eresia de’ Monoteliti, e celebrandosi perciò dal pontefice S. Martino I un concilio in Roma l’anno 649), Mauro che non vi potè intervenire, mandò una sua lettera in cui