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SECONDO 181 agli studi. Delle altre calunnie che gli vengono apposte, non è di quest’opera il ragionare. Si possono intorno ad esse vedere gli scrittori delle Storia Ecclesiastica e della Viyy di que_ sto santo pontefice, e la bella apologia che ne ha scritta il già da noi mentovato dottissimo monsig. Giangirolamo Gradenigo. Io conchiuderò questa mia digressione col recare il sentimento di uno scrittore che comunque non sia panegirista de’ papi, trattando nondimeno delle accuse di cui finora abbiamo parlato, non le reputa abbastanza fondate. Questi è il celebre Bayle, il quale parlando di S. Gregorio così dice su questo argomento (Dict. art. Gregoire I): Non è certo ch’egli abbia fatto distruggere i bei monumenti dell’antica magnificenza de’ Romani, affm di impedire che que’ che venivano a Roma non mirassero più attentamente gli archi trionfali, ec., che le cose sante. Diciam lo stesso della accusa che gli si dà, di aver dato alle fiamme infiniti libri degli Idolatri, e singolarmente Tito Livio. E in una nota di questa seconda accusa aggiugne (Note M): Si diceche la biblioteca palatina fosse incendiata da S. Gregorio. Io non ho letta tal cosa che in Giovanni di Sarisbery; perciò io non do gran fede a questo racconto. Ma basti omai di tai cose, e passiamo agli altri scrittori sacri di questa età. XVI. Tra gli uomini dotti che furono famigliari a S. Gregorio, due ve ne ha singolarmente, degli studj de’ quali ci rimane ancor qualche frutto. E primo è Claudio monaco prima del monastero di S. Andrea in Roma fondato dallo stesso pontefice, e da cui or