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XIII. Si mostra che S. Gregorio non sostituì i suoi Morali a’ libri profani. 178 LIBRO mi esporrei io con ciò alle beffe degli eruditi? Io crederò bensì che Giovanni Diacono possa avere esagerato alquanto, e che a lui sembrasse un prodigioso sapere quello che or forse non ci sembrerebbe che una assai mediocre letteratura. Ma basta egli ciò a chiamar bugiardo un qua. lunque sia scrittore? E il Bruckero soffrirebbe egli così di leggeri che io, o altri gli dessimo un cotal nome? XIII. Che direm poi dell’altro argomento che dal Bruckero si arreca a provar S. Gregorio nimico della colta e profana letteratura? Egli lo accusa di aver sostituito a’ libri degli antichi scrittori i suoi Morali, de’ quali dopo avere parlato con gran disprezzo, così ironicamente conchiude: Hos thesauros carbonibus, ut putabat, Episcopus Romanus surrogavit (Hist. crit. t. 3, p. 564). Il Monaco di Frisinga e l’autor francese della Storia dell’Ecclettismo risposero al Bruckero esser questa una calunnia ingiuriosamente apposta a S. Gregorio 5 lui anzi aver fatta doglianza coll’arcivescovo di Ravenna , perchè facea legger pubblicamente ne’ divini Ufficj que’ suoi libri: lui essersi protestato che non godeva di veder fatte pubbliche al mondo le cose ch’egli diceva (V. Hist. de l’Ecclect l. 1, p. 311). Or a tale risposta che replica fa il Bruckero? Egli ha certamente vedute le ragioni oppostegli da’ suoi avversarj, poichè egli stesso le accenna (App. p. 638, 651). Ma qual risposta egli renda, io non ho avuto il piacere di trovarlo in tutta la lunghissima digressione ch’ei fa su questo argomento. Solo in una nota sembra accennare che il santo scrivesse solo i suoi