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1 "]6 LIBRO abbia fatto a’ Cristiani, o anche a’ soli ecclesiastici, di coltivare le belle lettere? No certamente. Vi ebbe pur de’ poeti, come vedremo nel capo seguente, anche a’ tempi di S. Gregorio; e un vescovo fra gli altri, cioè Venanzio Fortunato di Poitiers, moltissimi versi compose, anche mentr’era vescovo. Sappiam noi forse che o egli, o alcun altro perciò fosse da S. Gregorio ripreso? Lo stesso santo pontefice non avea forse coltivati egli pure con tal diligenza cotali studj? L’impiego di pretore urbano, che gli fu confidato, le cariche di suo nuncio e di suo segretario, a cui fu sollevato da Pelagio II l’eloquenza ancora e la forza che in molti passi delle sue Opere s’incontra, ci fan conoscere ch’egli era non sol nelle sacre, ma ancora nelle profane scienze versato e colto. Odasi finalmente ciò che di lui già pontefice ne racconta Giovanni diacono: Videbantur, die’egli (Vita S. Greg. l. 2, c. 12, 13), passim cum eruditissimis clericis adhaerere pontifici religiosissimi monachi.... Tutic rerum sapientia Romae sibi templum visibiliter quodammodo fabricarat et septemplicibus artibus veluti columnis nobilissimorum totidem lapidum apostolicae sedis atrium fulciebat. Nullus pontifici famulantium a minimo usque ad maximum barbarum quolibet in sermone vel habitu praeseferebat, sed togata Quiritum more seu trabeata latinitas suum Latium in ipso latiali palatio singulariter obtinebat. Refloruerant ibi diversarum artium studia, ec. Qui veggiam dunque descriversi la corte di S. Gregorio, come tutta composta di colte e dotte persone, e come felice seggio,