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SECONDO 1^5 iiobis doctrinas tradiderunt, aures latinas interluni eoe ih us minus puris, et subsellia philosophorum magis redolentibus, quata oratorum, ,violaverimus: maluimus enim cum aliquo elegantiae latinae detrimento intelligi, esseque in narrando fideles, quam sectando dicendi ornatum obscuros, et non satis veterum mentes ex ponen tes (praef. ad vol. 2 Hist crit. Phil). Chi l’avrebbe pensato che il Bruckero si fervido accusatore di S. Gregorio dovesse egli stesso col suo esempio somministrarcene una sì bella apologia? XII. L’altro fondamento a cui quest’accusa si appoggia, è una lettera di S. Gregorio a Desiderio vescovo di Vienna nelle Gallie (l. 11, ep. 54)- Avea il santo pontefice udito che questo vescovo teneva ad alcuni scuola di gramatica. Or egli di ciò lo riprende con molta forza^ nel che niun certamente troverà di che biasimar S. Gregorio, poichè un tal esercizio a un vescovo troppo mal si conviene, benchè nei secoli susseguenti s’introducesse su ciò una diversa maniera di pensare. Ma le ragioni che il santo ne arreca, sembra che provin troppo: quia in uno se ore cum Jovis laudibus Christi laudes non capiunt; et quam grave nefandumque sit episcopis canere, quod nec laico religioso conveniat, ipse considera. Qui par veramente che il santo ne’ secolari stessi cristiani soffrir non voglia la profana letteratura, e io non nego ch’egli non siasi qui lasciato trasportare forse tropp’oltre dal suo zelo. Ma che se ne può raccogliere finalmente? Troviam noi monumento di alcun divieto che il santo pontefice