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j3o libro nel decorso di questo libro. Io esamino inoltre le ragioni di questo decadimento, e altra non ne ritrovo fuorchè la funestissima situazione in cui trovossi l’Italia, prima per le guerre continue sanguinosissime che sotto il regno de’ Longobardi la travagliarono; e innoltre per l’indole stessa e pe’ costumi de’ suoi nuovi ospiti e signori. Prendiamo a svolgere l’una e l’altra ragione, e a mostrare quanto esse dovessero influire a spargere una generale ignoranza in tutta l’Italia. I fatti ch’io ne recherò in pruova, non saran se non quelli che oltre l’esser narrati da autori antichi, sono anche riconosciuti per veri, e adottati da’ dottissimi sopraccitati scrittori. V. La lunga guerra tra i Goti e i Greci avea già desolata miseramente l’infelice Italia. L’invasione de’ Longobardi finì di gittarla nell’estrerna rovina. Alboino ci si rappresenta come pacifico e clemente conquistatore; ma ciò non ostante egli è facile a immaginare che una nazione feroce e barbara scesa in Italia, dirò così, per satollare la fame , dovette seco recare, ovunque andasse, rovine e stragi. Di fatti tal fu il terrore che di essi si ebbe in Milano, che l’arcivescovo Onorato rifugiossi a Genova, ove egli e molti de’ suoi successori insieme con numerosa schiera di nobili e di ecclesiastici milanesi si fermarono per lungo tempo (Murat, ad an. 769): il che non sarebbe avvenuto , se essi avessero avuta de’ Longobardi quella favorevole opinione che altri mostran di averne. È certo ancora che i Longobardi corsero allor saccheggiando non piccola parte