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B. Regno dì Clefo: divi«ion dell’Ilalia dopo lu (uìi morte. I LIBllO Verona per opera della sua moglie Rosmonda: delle cui tragiche avventure forse più opportuno al teatro che non alla storia a me non appartiene il parlare. Alboino ci vien dipinto come principe, benchè allevato fra’ Barbari, clemente e magnanimo. Ma ancorchè così fosse, egli è manifesto che una tal invasione non potè non essere accompagnata da stragi e da rovine grandissime. II. Clefo, che gli succedette, trattò gl’italiani non altrimenti che schiavi, molti ne uccise, ne esiliò molti; e colla sua crudeltà si rendette così esecrabile a’ suoi medesimi, che dopo un anno e sei mesi di regno fu ucciso da un suo domestico. E allora fu che un nuovo genere di governo, di cui non erasi finallora veduto esempio, s’introdusse in Italia. Trentasei de’ principali fra’ Longobardi diviser fra loro quelle provincie d’Italia che aveano conquistate, e benchè formassero come una sola repubblica, ciaschedun di essi però rimiravasi qual sovrano nel suo distretto. A questi tempi attribuiscono molti la prima origine de’ feudi; quistione che non è punto propria del mio argomento, e intorno a cui si potran consultare, oltre tutti gli autori che trattano del diritto feudale, il ch. Muratori nelle sue Antichità Italiane (t. 2, diss. 11), il sig. Carlo Denina nella bella ed erudita sua Storia delle Rivoluzioni d’Italia (t. 1, p. 306), e il sig. Robertson nella Introduzione alla Storia di Carlo V. Ma ben io debbo osservare, perchè ciò più d’appresso appartiene al mio intento, che questo interregno fu troppo fatale all’Italia per le crudeltà con cui i signori