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IX. Par« i Goti amassero pittura. 118 libro statua, benché mediocre, sarebbe nondimeno una maraviglia dell’arte in un tempo sì barbaro. Passo sotto silenzio molte altre statue a questa età innalzate; e piacemi solo di accennare un passo dello storico Procopio, che ci fa intendere essere stato anche a questi tempi frequente l’uso d’innalzare statue singolarmente a’ principi. Racconta egli dunque (de Bello goth. l. 1, c. 6) che tra gli articoli di pace cui Teo-■ dato l’anno 535 propose a Giustiniano, uno fu questo, che a Teodato solo non mai si ergesse statua o di bronzo, o di altra materia, ma sempre a lui insieme e all’imperadore: Huic (Teodato) numquam statua ex aere aliave materia poneretur; at utrique semper. Così per tutto il tempo in cui regnarono i Goti in Italia , fu la scultura, benchè con poco felice successo, esercitata. hc EX..-Crederei» noi che i Goti si dilctt.isserò 9 non ancor di pittura? Io confesso che di ciò non u mi è avvenuto di trovare notizia alcuna. E parmi strano che nelle Lettere di Cassiodoro, I nelle quali pure si ragiona sì spesso di fabbriche, di statue, di palagi, non si faccia mai, 3 eli’ io sappia, menzion di pittura. Sopra tutto mi sembra degno di maraviglia che essendovi tra le formule con cui da’ re si conferivan le cariche, quella ancora con cui si dava la soprantendenza al reale palazzo (l.7 Var.form. 5), e nominandosi in essa tutti coloro ch’erano destinati ad ornarlo, cioè l’addobbatore delle pareti, lo scultore de’ marmi, il fonditore del bronzo, e quegli che formava le volte, e que- I gli che iacea lavori di gesso, e perfiu quegli