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Capo VII.

Arti liberali.

I. Quel favore medesimo e quella regia munificenza di cui fu liberale Teodorico il Grande verso le lettere e le scienze, fu da lui ugualmente rivolto alle bell’arti ancora e a’ loro coltivatori. Cassiodoro gliene seppe istillare sì saggiamente la stima e 1 amore, che fu questo un degli oggetti di cui egli principalmente occupossi nel tranquillo e glorioso suo regno. Non vi ha cosa per avventura di cui si ragioni sì spesso nelle Lettere scritte da Cassiodoro in nome del suo sovrano, come della conservazione e della ristorazione delle fabbriche antiche e degli antichi più celebri monumenti. Tra le formole distese dal medesimo Cassiodoro, con cui dal re conferivansi alcune ragguardev oli cariche, veggiam quella ch’è intitolata Formula Comitivae Romanae (l. 7 Var.form. 13), e che corrisponde a quel magistrato, di cui abbiam altrove parlato, il quale dicesi latinamente Comes nitentium rerum. Or in questa formola caldamente si raccomanda a chi riceveva un cotale impiego, d’invigilare con somma attenzione di notte tempo, perchè le statue, di cui le strade e le piazze di Roma erano in ogni parte adorne, non fossero da qualche mano rapace o brutale rubate, o guaste. Abbiam parimenti la formola con cui soleasi nominare un pubblico architetto di Roma (ib. form. 15), di cui dovea esser pensiero provvedere alla