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<j4 LIBRO qualche tempo in Italia. E perciò ancor ch’egli fosse stato medico, noi non dovremmo qui nominarlo per la stessa ragione per cui trattando degli storici non abbiam di lui fatto motto. , II. Quest’arte però non fu da’ re ostrogoti > dimenticata, ed essi a’ tempi singolarmente del ! gran Cassiodoro la onorarono della lor protezione. Sembra che da Teodorico si stabilisse la dignità di conte degli archiatri, ossia di presidente generale de’ medici e della medicina. Noi veggiam tra le formole, per così dire, d’investitura distese da Cassiodoro, con cui conferivasi qualche dignità ad alcuno, quella ancora della comitiva degli archiatri (l. 6 f ar. forni. 19); e ili esso dopo aver dette gran cose in lode della medicina, si stabilisce che chi è sollevato a tal carica, abbiasi in conto di primo fra tutti i medici, che decida le liti fra loro insorte, e che abbia libero accesso alla corte. Ma non ci è giunta notizia del nome di alcuno che fosse a tal dignità sollevato. III. Una cosa per ultimo non vuol passarsi sotto silenzio, che può giovare a conoscere come quest’arte fosse anche a que’ tempi avuta in conto di onesta ed onorevole, cioè che si videro ancora due diaconi esercitarla. Il primo di essi è Elpidio, che, come abbiamo osservato, credesi da molti che fosse quell’Elpidio Rustico stesso di cui abbiamo alcune sacre poesie. Questi era diacono e medico, come raccogliesi da una lettera scrittagli da S. Ennodio (l. 8, ep. 13), il quale e in questa e in più altre lettere fa grandi encomj della erudizione