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PRIMO 89 creda, basta che l’affermino essi. Ma noi moderni facciamo alquanto i ritrosi, e non vogliam credere in ciò che è fatto antico, se non a scrittori e a monumenti antichi. Or io non veggo nè monumento nè scrittore alcuno antico che di Elpide faccia un sol motto. L’epitaffio di lei, che secondo alcuni (V. Mongit. l. c.) era prima in Roma, ed ora, se crediamo al P. Romualdo di S. Maria (Papia Sacra p. 99), vedesi nella stessa chiesa di S. Agostino in Pavia dirimpetto al sepolcro di Boezio, è il solo monumento che di lei ci rimanga. Esso è il seguente. Elpis dicta fui Siculae regionis alumna, Quam procul a patria conjugis egit amor , Quo sine moesta dies, nox anxia , flebilis hora; Cumque viro solum spiritus unus erat. I.us mea non clausa est tali remanente marito, Majorique animae parte superstes ero. Porticibus sacris jam nunc peregrina quiesco, Judicis aeterni testificata thronum. Neve manus bustum violet, ne forte jugalis Haec iterum cupiat jungere membra suis. La qual iscrizione con qualche notabile diversità è riportata dal Mongitore. Ma in primo luogo questa iscrizione medesima, per quante diligenze si siano fatte a mia istanza nella mentovata chiesa di S. Agostino per ritrovarla, mi viene assicurato ch’essa al presente non vi si vede. E innoltre in essa non si accenna ch’ella fosse moglie di Boezio. Anzi da questa iscrizion si raccoglie che essa morì innanzi al marito, e perciò ella non può essere quella Rusticiana di lui moglie, di cui parleremo frappoco, e che più anni gli sopravvisse. Alcuni quindi