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86 LIBRO VA. Dallo stesso racconto dell’Anonimo valesiano noi raccogliamo il crudel genere di morte che Boezio sostenne: qui accepta chorda in fronte diutissime tortus, ita ut oculi ejus creparent, sic sub tormenta ad ultimum cum fuste occiditur. A lui dunque deesi fede più che a tutti i posteriori scrittori che raccontano lui essere stato decapitato, attribuendo anche a Boezio ciò che si narra solo di Simmaco di lui suocero decapitato in Ravenna. Di altre prodigiose circostanze che da alcuni si narrano avvenute nella morte di Boezio, io stimo che sia miglior consiglio il non favellare, perchè gli stranieri non pensino per avventura che siavi ancora tra gl’italiani chi troppo buonamente le creda. Boezio fu ucciso l’anno 524, come afferma il sopraccitato Mario; l’anno dopo fu ucciso Simmaco, e nel seguente poscia morì Teodorico. Boezio fu sepolto in Pavia nella chiesa di S. Pietro in Ciel d’Oro, e al principio fosse ucciso in un luogo a quella prefettura soggetto. Forse si può la quistione decidere in questo modo, che Boezio fosse prima per qualche tempo prigione in Pavia , e che poscia trasportato a un luogo , qualunque e ovunque esso fosse, nel territorio pavese detto Calvenzano ivi fosse ucciso. Certo non par che debba seguirsi Mario Aventicese, ove scrive che fu ucciso nel territorio di Milano. E uno scrittore lontano di luogo, com’egli era, potè facilmente essere indotto in errore dalla vicinanza delle due città , e dall’essere forse Cai« venzano ne’ confini tra l’una e l’altra. L’epitafio di Boezio da me in parte riferito , e che comincia: Hoc in sarcophago è stato interamente e più correttamente pubblicato dal m. p. Allegranza dello stesso Ordine de’ Predicatori (De Sepulchris rhrist. p. 48)•