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Pluvio 67 fiore in cui erano a questa età gli studi dell’amena letteratura in Milano. Io passo sotto silenzio molti altri che da Cassiodoro e da S. Ennodio veggiam chiamati eloquenti, poichè nè abbiamo di essi più minuta contezza, nè saggio alcuno del lor valore ci è rimasto. Convien però confessare che se tutti aveano eloquenza e stile pari a quello di S. Ennodio, che pur abbiam veduto ch’era a’ suoi tempi in altissimo pregio, noi dobbiam assai poco favorevolmente giudicare degli oratori di questi tempi, e ci possiamo consolar facilmente della perdita che abbiam fatta dell’opere loro. X. Aratore da noi nominato poc’anzi fu coetaneo di S. Ennodio. Io ne parlerò in breve, poiché colf usata sua diligenza ne ha già ragionato il celebre conte. Mazzucchelli (Scritt, ital. t. 1, par. 2, p. 933). Di qual patria egli fosse, si controverte tra gli scrittori, com’egli stesso osserva. I più esatti riflettendo alla lettera che Cassiodoro gli scrisse in nome di Atalarico (l. 8 Var. ep. 12), in cui, sollevandolo alla dignità di conte de’ domestici, ne loda il sapere e l’eloquenza, e dice che per lui cominciava già a correre, come proverbio, il detto che anche la Liguria mandava i suoi Tttllii f riflettendo, dico, a questa lettera, ne inferiscono che ligure fu Aratore. Quindi i Genovesi il ripongon tra’ loro scrittori. Ma egli è certo che a provarlo genovese non basta il provarlo ligure. Chiunque è mediocremente versato negli scrittori di questa età, sa che in essa il nome di Liguria comprendeva singolarmente la Gallia Cisalpina. Se ne posson leggere le evidentissime