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5a LIBRO Kufio Aproniano Asterio, uomo celebre per le dignità sostenute, e console l’an 494 > fu quegli appunto che rivide ed emendò questo codice, e ce ne lasciò egli stesso un autorevole testimonio con queste parole scritte di sua propria mano al fine della Buccolica, con cui ci annovera le ragguardevoli cariche alle quali era stato innalzato: Tarcius Rufius Apronianus Asterius V. C. et Inl. Ex Comite Domest. Protect Ex Com. Priv. Largit. Ex Praef. Urbi Patricius et Consul Ordin, legi et distinxi Codicem Fratris Macharii V. C. non mei fiducia, sed eius cui si ad omnia sum devotus arbitrio XI. Kal. Maj Romae. P. Virgilii Maronis Distincxi emendans gratum mihi munus amici Suscipiens operi sedulus incubui. Buccolicon liber explicit Dalle quali parole noi raccogliamo ch’egli avea avuto questo codice in dono da Macario, cui prima chiama per affetto fratello, ma poscia spiega ch’eragli solamente amico; e eli egli avealo diligentemente emendato, come di fatto si vede nel codice stesso. Questo codice doveva essere di qualche antichità, e tale che fosse presente degno da offerirsi ad un console; e quindi l’Olstenio citato dal cardinale Noris (Cenot pisana. diss. 4> c. 2, § 1) pensa che fosse scritto a’ tempi di Valente, ovvero di Teodosio il Grande (5). Di (a) Di questo celebre codice si parlerà nuovamente nel t. 7, j>ar. i, ove ragionerassi della Biblioteca del Cardinal Rodolfo Pio, a cui già appartenne. Vcggasi