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PRIMO 4lJ eran uomini a convincersi con dottrina e con libri, perciò i Cattolici paghi delle confutazioni già fatte di cotali eresie non furon molto solleciti , nè crederon esser d’uopo di rinnovar le battaglie. XIII. Di alcuni tra que’ medesimi de’ quali abbiam qualche opera, come di S. Ennodio, di Aratore, e di alcuni altri, mi riserverò a parlare nel capo seguente, al cui argomento propriamente appartengono i loro libri. Io accennerò qui solamente Vittore vescovo di Capova, che fiorì verso f anno 545, e che oltre l’aver tradotto dal greco in latino l’Armonia evangelica attribuita ad Ammonio, ch’è inserita nella Biblioteca de’ Padri, scrisse ancora qualche trattato sul ciclo pasquale, impugnando un nuovo canone che da Vittorio d’Aquitania erasi divulgato, e una Catena ossia un Comento raccolto da più autori sopra gli Evangelj; Pascasio diacono della Chiesa romana, che al principio del vi secolo scrisse due libri intorno allo Spirito Santo contro l’eresia di Macedonio, i quali però da altri si attribuiscono a Fausto di Riez; e quel Lorenzo, chiunque egli fosse, e a qualunque tempo vivesse, la cui eloquenza fu in sì gran pregio, ch’ei n’ebbe il nome di Mellifluo, e di cui abbiamo ancora qualche omelia. De’ quali, e di altri scrittori sacri ch’io tralascio e per brevità e perchè non ci han lasciate opere di gran nome, veggansi gli scrittori di Biblioteche Ecclesiastiche, e singolarmente il più volte citato Ceillier (t. 16, p. 547, ll^ì <• io, p. 35a). Tnunosem, Voi. Ili