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PRIMO 4* Cassiodoro negli studj di Dionigi soprannomato il Piccolo, il vedremo tra poco, ove di lui stesso ragioneremo. VI. In tal maniera questo grand’uomo affaticavasi con instancabile zelo in coltivare, in promuovere, in fomentare gli studj d’ogni maniera. Egli giunse perfino, per render più agevoli a’ suoi monaci cotali studj, a provvederli di certe lucerne a uso delle notturne fatiche, di cui egli parla come di cosa di sua invenzione (ib. c. 30). Quali esse fossero, nol dice; ma solo accenna ch’esse gittavano copioso e durevol lume, e che V olio non veniva lor meno, benchè nutrisse continuamente la fiamma. Le quali parole han fatto credere ad alcuni che le lucerne di Cassiodoro tali fossero veramente, che avessero un lume non mai manchevole. Ma i valorosi fisici non s’indurranno a crederlo così di leggieri; ed è probabile che Cassiodoro altro non voglia dire, se non che le sue lucerne conservavano il lume più lungamente assai, che non soleano fare le usate comunemente. Egli ancor fa menzione di due orologi ch’egli avea lavorati ad uso del suo monastero, l’uno solare, l’altro ad acqua (ib.). Ma di questi già abbiam veduto che fin da’ tempi più antichi conoscevasi l’uso in Roma. In somma, come egli era stato in corte, così fu ancora nel monastero, coltivatore e fomentatore indefesso delle scienze, e vi aggiunse insieme l’esercizio delle cristiane virtù, per cui ne rimase a’ posteri venerabile il nome per modo, eli’ esso vedesi inserito in alcuno degli antichi martirologi. In qual anno ei morisse,