essi raccolte, ma spesso inciampi in errori,
ed usi tali maniere che della lingua italiana non
sono proprie; così avveniva allora a chi leggendo semplicemente gli autori latini, cercava
di conformare al loro stile il suo. E vuolsi aggiugnere ancora la mancanza de’ lessici; libri
che poco giovano a chi crede di potersi con
essi soli addestrare a scrivere coltamente; ma
senza i quali troppo è malagevole che ad uno
scrittore vengano sempre alla mente parole ed
espressioni acconce a spiegare i suoi sentimenti, e che egli possa sempre conoscere quali sian
le voci usate dai buoni autori, e quali no.
XXXV. Ma poichè la stampa dopo la metà
del secolo xv moltiplicò gli esemplari de’ libri,
e fu perciò più agevole il provvedersi de’ buoni; e poichè la lingua latina da molti eruditi
gramatici di quella età fu ridotta a certi principj e a generali precetti, e i lessici ancora
verso il tempo medesimo si cominciarono a
usare; allora una maggior purità ed eleganza
nello scrivere latinamente si vide con piacere
ne’ libri a quel tempo venuti a luce; ed ora
le cose sono a tale stato, che uno, purchè il
voglia , può agevolmente scrivere con eleganza
così in latino come in italiano. Amendue le
lingue hanno le certe e determinate lor leggi;
in amendue abbiamo egregi scrittori al cui esempio ci possiam conformare; sappiamo che a
scriver bene ci convien seguir le vestigia da
essi segnate, e quindi, ancorchè ci troviamo
fra uomini (come accade nelle provincie d’Italia fuori della Toscana) che parlino, e talvolta ancora scrivano rozzamente, possiam