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QUARTO 695 libro medesimo che un tal onore fu conceduto ad Apollinare Sidonio, a Mario Vittorino, a Proeresio, a Claudiano; e più altri ancora se ne potrebbero nominare. Or questo ci fa veder chiaramente che l’arte aveasi ancora in pregio, poichè aveansi in pregio le statue, e credevasi di onorare coloro alla cui memoria si ergessero. Nè io penserò certo giammai che altra maniera non vi avesse allora di lavorare statue, che il troncare un capo a un busto antico, e sostituirne un nuovo. Un’altra pruova del conto che ancor facevasi de’ monumenti antichi, si è l’istituzione di un magistrato che avesse cura della loro conservazione. Quando si cominciasse ciò ad usare, nol sappiamo precisamente5 ma trovandone la prima memoria in Ammian Marcellino (l. 16, c. 6), egli è veri simile che ciò avvenisse a questi tempi (25). Questo magistrato chiamasi da Ammiano centurio nitentium rerum. Il nome di centurione fu poi cambiato in quel di tribuno, e poscia in quello di conte, come vedremo nell’epoca susseguente. Doveva egli di notte tempo aggirarsi per la città con alcuni soldati, e invigilare che niuno ardisse di atterrare, o di rovinare in qual si fosse maniera le statue che in ogni parte l’ornavano (V. Valesii not. ad A/nrn. I. cil.). (n) Ha osservato giustamente il suddetto sig. ab. Fca (l’Vinch. Stor. delle Arti, t. 1, p. 416) che assai più antica è l’istituzione del magistrato che dovea vegliare alla conservazione de’ monumenti antichi , e , secondo l’al). Guasco (De l’uiagc dea statiics, p. 3i$4)j essa ùeesi riferire a" tempi d Augusto.