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HI. Del Codice (•re^orUno r dell* EriMUgriiiano. 686 LIBRO perciò alcuni tra loro, secondo la congettura del Gotofredo (Proleg. ad Cod. teod. c. 1), pensarono a raccoglierle insieme, perchè più difficile riuscisse il toglierne ogni memoria , nella stessa maniera che abbiamo altrove veduto che Papirio raccolse le leggi che dagli antichi re di Roma erano state promulgate, per opporsi al disegno di Tarquinio il Superbo, che tutte volea distruggerle, a ¡line di non conoscerne altra che il suo capriccio. III. Questa, secondo il parere del Gotofredo e dell’Eineccio (l. cit.), fu l’origine dei due Codici, l’uno detto Gregoriano, l’altro Ermogeniano, che credonsi di questo tempo, ne’ quali si raccolser le leggi degl’imperadori cominciando da Adriano fino a Costantino. I frammenti di questi Codici sono stati diligentemente raccolti ed illustrati da Antonio Schultingio (V. Jurispr. vetus... ante Justinian.). De’ loro autori non abbiam certa contezza. Solo si congettura che il primo Codice fosse opera di Gregorio che fu prefetto del pretorio l’anno 336 (V. Tillem. in Costant, art. 76); il secondo, di Ermogeniano , che a’ tempi di Costantino, come prova l’Eineccio (l. c. § 358), fu celebre giureconsulto; e questi occupossi singolarmente nel raccoglier le leggi di Diocleziano, quasi appendice al primo Codice di Gregorio. Questi due Codici, benchè non fatti per pubblica autorità, ebbero nondimeno forza e valor ne’ giudizj, finchè Giustiniano insieme col Codice di Teodosio abolì ancora i due Codici mentovati, e volle che non avessero più uso alcuno nel Foro (Constit. de Justin. Cod. confinn.).