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QUARTO G83 III. I soli medici de’ quali ci sia rimasta notizia che vivessero in Roma, sono alcuni rammentati da Simmaco. Tra essi ei fa grandi elogi di Disario, dicendo (l. 3, ep. 39) ch’egli aveva a ragione il primo luogo tra tutti i medici. Era nato d’Aquitania, come dallo stesso Simmaco si raccoglie, il quale racconta (l. 9, ep. 43) quanto spiacevole fosse a tutti la risoluzion da lui presa di tornarsene alla sua patria. Di Disario fa menzione onorevole anche Macrobio, cl.e lo introduce tra gl’interlocutori de’ suoi Dialogi, di cui dice con una smoderata, ma a questi tempi non insolita, adulazione, che sapeva al pari della natura medesima creatrice ciò che a’ corpi umani meglio si convenisse (l. 7 Saturn, c. 4)- Simmaco rammenta ancora Eusebio valorosissimo tra’ medici (l. 2, ep. 18), e Dionigi, a cui egli scrive (l. 9, ep. 4)j raccomandandogli alcuni giovani che da lui apprender doveano la medicina; ed Epitteto finalmente e Giovanni, da lui nominati nella sopraccennata lettera a Teodosio. Ma di niun di questi sappiamo che cosa alcuna scrivesse appartenente alla sua scienza. E generalmente parlando, ci convien confessare che niun medico ebbe a questi tempi Roma e l’Italia, di cui rimanesse a’ posteri qualche onorevole monumento.