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65o LIBRO At mea dilectis fortuna repellitur oris , Indigenamque suum gallica rura vocant. Itin. l. 1 , V. 19) , 20. Non so però ove abbia trovato l’ab. Longcliamps, eh’ei fosse di Poitiers (Tabl. hist. t. 2, p. 35). La maniera con cui Rutili.o parla della città di Tolosa (ib. v. 493), ha fatto credere al Tillemont (Hist. des Emper. in Honor. art. 67), che questa fosse per avventura la sua patria. Nondimeno le onorevoli cariche che il padre di questo poeta ed egli stesso sostennero in Italia, e il lungo soggiorno che vi fecero , ci dà diritto a dirne qui alcuna cosa. Narra Rutilio che passando per Pisa (v. 5j3)7 vide la statua che i Pisani aveano innalzata a suo padre, e rammenta ch’egli era stato governator dell’Etruria, e che colle singolari sue virtù erasi meritato l’amore e la stima di tutti que’ popoli. Sembra da’ versi che Rutilio soggiunge, che il nome di suo padre fosse Lacanio (v. 595); e questa è l’opinione fra gli altri del dottissimo P. Corsini, il quale ribatte le difficoltà mosse da alcuni, e crede ancora probabile che il padre di Rutilio fosse prefetto di Roma verso l’anno 392 (De Praefect.. urb. p. 292). Rutilio ancora ebbe in Roma la stessa onorevole carica, come egli accenna: Si non displicui, regerem quum jura Quirini, Si colui sanctos , consiluique Patres. Nam quod nulla meum strinxerunt crimina ferrum , Non sit Praefecti gloria, sed populi. v. 157. E inoltre indica di essere stato soprastante agli ufficj di corte, e prefetto del pretorio: Officiis regerem cum regia tecta magister, Armigerasque pii Principis exuvias. v. 563.